NIKKOR 28/3,5 - 50/1,8 - 135/2 - 180/2,8 ED: 4 OTTICHE, UN SOLO PADRE
Ho trovato molto divertente effettuare una brevissima passeggiata mettendo in borsa il "corredo di Sei Matsui", sebbene io sia sostanzialmente orientato verso i supergrandangolari; le immagini che seguono sono state eseguite frettolosamente, senza cercare la "bella foto" a tutti i costi, abbinando i quattro obiettivi ad una Nikon D700 regolata su RAW non compresso a 14 bit; gli scatti confermano che le quattro ottiche, compreso il vetusto grandangolare, si accoppiano senza problemi alla moderna reflex digitale full-frame, permettendo di sfruttare i "vecchi" obiettivi" con piena soddisfazione; l'unica limitazione operativa che ci ricorda i dati anagrafici di questi Nikkor consiste nella necessità di impostare manualmente ad ogni cambio i parametri relativi a focale e luminosità massima nell'apposita voce del menu (il che d'altronde garantisce il perfetto funzionamento a priorità di diaframma e la registrazione corretta dei metadati), oltre - ovviamente - alla messa a fuoco manuale, nei confronti della quale, purtroppo, stiamo perdendo consuetudine...
Ecco alcuni scatti d'esempio.
Nikkor 28mm f/2,8 AiS @ f/11
Nikkor 135mm f/2 K modificato Ai @ f/5,6
Nikkor 135mm f/2 K modificato Ai @ f/2,8
Nikkor 135mm f/2 K modificato Ai @ f/2,8
Nikkor 180mm f/2,8 AiS ED @ f/8
Nikkor 180mm f/2,8 AiS ED @ f/8
In definitiva, il "corredo di Sei Matsui", nato in quello scampolo degli anni '70, si cimenta in modo impeccabile anche sul moderno sensore FX, senza limitazione di sorta; le ottiche si comportano decisamente bene, specialmente i teleobiettivi e con particolare riferimento al 135mm f/2, sicuramente eccellente e dotato ad f/2,8 di un equilibrio fra nitidezza nel piano di fuoco e bo-keh progressivamente morbido ed indistinto davvero notevole, perfetto per la ritrattistica; uscire oggi con queste quattro ottiche significa rendere omaggio ad uno scampolo importante della storia della Casa e ad un progettista con i piedi saldamente radicati a terra i cui progetti razionali hanno contribuito alla fortuna economica del costruttore.
Si tratta altresì di obiettivi assemblati in una meccanica d'altri tempi (con qualche riserva per le tolleranze che subentrano con l'uso nelle focali 28 e 50mm), che forniscono una sensazione "tattile" sconosciuta a chi è avvezzo a certe costruzioni attuali interamente sintetiche e che sono dotati di una messa a fuoco minima adeguata anche alle esigenze moderne (rispettivamente: 0,3m, 0,45m, 1,3m, 1,8m); l'estetica d'antàn (con quella forcella dalla funzionalità misteriosa per i Nikonisti più giovani) accoppiata al moderno design dei corpi digitali è sicuramente chic e va ad ingrossare le fila del "digital vintage", i cultori delle vecchie ottiche sui corpi numerici, vero trait d'union fra il passato ed il futuro della fotografia targata Nikon, un plusvalore consentito dalla baionetta d'innesto meccanicamente invariata per 50 anni che ci permette di applicare alla digitale più attuale l'ottica F modificata Ai, piena di graffi ed ammaccature, che nostro padre utilizzava ai tempi dei suoi entusiasmi giovanili.